L’allenatore azzurro presenta la sfida di sabato al Maradona contro la squadra che lo ha lanciato in serie A: «Non dobbiamo ripetere gli errori in partenza di Empoli: me ne assumo anch’io la responsabilità»
«Il primo tempo a Empoli non è stato positivo e non era ovviamente voluto, ma a volte ci sono anche avversari e situazioni esterne che portano a trovare difficoltà del primo tempo. Vogliamo ora migliorare rispetto al primo tempo a Empoli. Mi aspetto che contro il Lecce ci sia un nostro approccio diverso». La mente torna indietro nel tempo, così come già accaduto alla vigilia della trasferta con la Juventus. Ma è un Antonio Conte non disposto a fare sconti alla squadra che l’ha lanciato in serie A e della sua città d’origine quello che presenta la sfida al Lecce di sabato alle 15 al Maradona.
«Ci sono sentimenti – ha detto – e professione che devono essere divisi, difficilmente accomunati. Per me Lecce rappresenta la mia origine, dove tutto è iniziato, sono cresciuto lì e entrato al Lecce per esordire in A e fare poi un salto alla Juventus a 21 anni. Fa sempre parte del mio cuore. C’è Lecce, poi c’è la partita in cui il Lecce è l’avversario che cercheremo di battere». Naturalmente la prestazione in chiaroscuro di Empoli tiene ancora banco. Domenica scorsa sono arrivati i 3 punti ed è forse l’unica cosa che si salva della trasferta. Conte è partito dalla prestazione di Lukaku, avvicendato con Simeone: «L’ho visto tranquillo e al lavoro con professionalità in questi giorni. A Empoli non si parla della prestazione di Lukaku ma della squadra, tutta insufficiente nel primo tempo, io per primo che li avevo scelti. La prestazione è stata insufficiente da parte di tutti. Poi nella ripresa la squadra è cambiata in campo e abbiamo vinto, cambiando atteggiamento e situazioni. Non ci sono cose che hanno penalizzato un singolo giocatore, il primo a fare male sono stato io».
«Noi lavoriamo per essere nelle condizioni. Il campionato è iniziato con il ko a Verona non preventivato e quindi tutto è andato giù. Poi è accaduto l’opposto e siamo al comando della classifica, ma bisogna trovare un equilibrio che è alla base di tutto», ha detto ancora Conte. «Noi pensiamo a crescere, a come migliorare – ha proseguito – e abbreviare quanto prima questo percorso di puntare ai successi. Poi solo chi non ha mai vinto dice fesserie e io ne sento tante ora. Chi ha vinto sa cosa bisogna fare per tornare a vincere, costruendo basi solide che siano durature. Sento spesso giudizi soggettivi su cui non sono d’accordo, serve essere equilibrati e credere quello che stiamo facendo, lo facciamo ora sapendo che un momento ci potrebbero anche essere risultati negativi senza buttare tutto all’aria, senza pensare che siamo pronti a spaccare il mondo».
L’allenatore degli azzurri ha anche fatto, dietro il fuoco di fila dei cronisti, un riferimento alla vicenda del rinnovo di Kvaratskhelia. «Da un bel po’ se ne parla, c’è una discussione tra il club e l’entourage del calciatore, di entrare nei dettagli di cifre se ne occupa il club e il ds. Io chiedo sicuramente a Kvicha di essere concentrato sulla stagione». E ancora: «A Kvaratskhelia io chiedo di continuare quello che sta facendo, perché questa stagione per noi è importantissima. Poi mi auguro in futuro che le cose possano essere sistemate e si possa trovare un accordo tra il club e l’agente del calciatore. Ma so anche che nel calcio tutto può succedere, ci deve essere un accordo che soddisfi entrambi le parti. Altrimenti se non andasse così io chiedo al calciatore di onorare maglia e dare il massimo da qui a fine stagione. Se si raggiunge o meno questo accordo – ha concluso Conte -, Kvaratskhelia deve essere totalmente concentrato su quello che sta facendo bene. Poi chi vivrà vedrà».
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