L’impianto è stato dismesso 4 anni fa da Stellantis. La proprietà, un fondo, cerca compratori su Immobiliare.it. Nei suoi anni di massima gloria, la Fiat Ricambi impiegava oltre duemila persone
Dopo lo stabilimento Maserati intitolato all’Avvocato Gianni Agnelli e la palazzina uffici Mopar di Rivalta, anche l’ex Fiat Ricambi, in Largo Senatore Agnelli a Volvera, finisce su Immobiliare.it in vendita per 15 milioni di euro. Questa volta Stellantis non c’entra con la cessione di un impianto produttivo, perché la fabbrica era in affitto (la proprietà è un fondo) ed è stata dismessa nel 2020 per trasferire la Mopar nel nuovo sito logistico di Rivalta. Ma l’ennesimo annuncio di vendita di uno stabilimento sulle piattaforme online racconta la parabola industriale dell’auto discendente del territorio.
Nei suoi anni di massima gloria, tra i Settanta e gli Ottanta, la Fiat Ricambi di Volvera impiegava oltre duemila persone. Nel corso degli anni Novanta viene esternalizzata e data in gestione alla Tnt Traco e poi alla Ceva Logistics, per poi tornare in mano di Fca e diventare il quartier generale italiano di Mopar. Poi Stellantis cambia tutto. E investe 150 milioni per far rinascere la Fiat di Rivalta, dove un tempo si producevano la Fiat Uno e la 124 Spider, nel segno dei ricambi e della logistica. Mille dipendenti in tutto, buona parte provenienti da None e Volvera, e anche nuovi uffici, che però causa smart working, vengono quasi subito messi sul mercato.
Una volta svuotato e rimesso a nuovo il sito di Volvera, la proprietà, un fondo di investimento, prova a vendere con Prelios la grande fabbrica di 127 mila metri quadri per 15 milioni di euro. Le ipotesi sul possibile acquirente si sprecano, tra speranze di una rinascita nel segno dell’auto e l’attesa di un cavaliere bianco dalla Cina, ma per ora non c’è nulla di concreto. E nell’hinterland torinese l’auto continua a parlare di crisi nera, di cassa integrazione e di chiusura. Ieri alla Denso di Poirino i delegati lavoravano a un accordo su uscite volontarie e cassa integrazione per gestire i 70 esuberi annunciati dalla società di componentistica. La Psa Pipes di Nichelino invece ha annunciato ai sindacati la chiusura del sito produttivo e il licenziamento di 31 dipendenti. «Mancano commesse, non possiamo far altro che abbassare le saracinesche», così ha comunicato l’azienda alla Uilm, che è mono-committente (lavorava esclusivamente per il gruppo Borghi di Settimo Torinese).
Tra annunci di chiusure e dismissioni tutti gli occhi sono puntati su Mirafiori che riaprirà il 4 novembre dopo uno stop di quasi due mesi. Stellantis ha comunicato alle organizzazioni sindacali che si rialzano le saracinesche sulla produzione di vetture. E alcune centinaia di lavoratori saranno coinvolti già da lunedì prossimo nelle operazioni di riavviamento delle Carrozzerie: 50 operai in Lastratura, 20 in Maserati e 70 sulla linea della 500 Bev. L’azienda, presentando le date di chiusura di fine anno, dal 18 dicembre, non ha precisato se la ripresa del lavoro sarà continuativa per le ultime 5 settimane o ci saranno altri stop fino a dicembre. Gli ordini di vetture restano fiacchi. Ma la normativa per i car maker sulle emissioni di Co2 impone di aumentare le vetture prodotte.
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