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polemica su sanità e pensioni #finsubito prestito immediato


La legge di bilancio arriva in Parlamento. «Lavoro, salari, famiglia e sanità». Queste le priorità della manovra economica, ha evidenziato la premier Giorgia Meloni alla festa per gli 80 anni del quotidiano “Il Tempo”. La legge di bilancio varata dal governo, ha assicurato la presidente del Consiglio, «non aumenta le tasse» e mantiene «i conti in ordine». La sfida per il prossimo anno sarà «avere più soldi» in modo da intervenire con un taglio delle tasse per il «ceto medio», ha poi aggiunto Meloni.

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La legge di Bilancio contiene le annunciate misure per ridurre le tasse ai lavoratori e aiutare le famiglie. Aumentano i promessi «sacrifici» a carico di banche e assicurazioni, ci sono i tagli ai ministeri e il tetto agli stipendi dei manager degli enti.

Ma sulla sanità si consuma lo scontro. Le risorse deludono i sindacati dei medici che proclamano lo sciopero. Anche l’aumento delle pensioni minime fa discutere: per gli anziani con l’assegno più basso  – calcolano i sindacati – sono appena 10 centesimi al giorno.

Il testo della legge di bilancio, chiuso martedì 22 ottobre al Ministero dell’Economia, è stato firmato mercoledì mattina 23 ottobre dal Capo dello Stato Sergio Mattarella prima dell’invio alle Camere.

La manovra vale 30 miliardi per il 2025, conferma la premier, che torna all’attacco del Superbonus. «Senza – sottolinea – avremmo potuto» ampiamente «aumentare le minime» con «20mila euro per ogni pensionato». 

Ben 144 articoli

Nei 144 articoli del disegno di legge si spazia dal nuovo meccanismo per rafforzare le busta paga dei dipendenti alla stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro con quoziente familiare, dal tetto ai compensi per gli enti alle risorse per i contratti pubblici, dall’estrazione aggiuntiva per il Superbonus al restyling dei bonus edilizi, fino alle pensioni, con la proroga di Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.

La previdenza e le risorse per i contratti

Sul fronte previdenziale c’è l’aumento delle pensioni minime, che dal 2025 salgono del 2,2 per cento a 617,9 euro: tre euro in più dai 614,77 attuali. Per la sanità la manovra stanzia 1,3 miliardi per il 2025. Promettendo assunzioni dal 2026. Secondo i sindacati dei medici e degli infermieri non basta: si «conferma la riduzione del finanziamento rispetto a quanto annunciato».

Alla Sanità 1,3 miliardi

I fondi per la Sanità per il 2025 sono pari a 1,3 miliardi: una cifra «assolutamente insufficiente per dare ossigeno al Servizio sanitario nazionale», affermano i sindacati di categoria che hanno proclamato lo sciopero nazionale per il 20 novembre. Altra misura molto attesa sono le assunzioni di personale sanitario: «se ne perdono le tracce», affermano sindacati e associazioni. Ma fonti del ministero della Salute chiariscono: «rientrano nel piano di investimenti biennale e saranno effettuate nel 2026».

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Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario «è incrementato di 1.302 milioni di euro per l’anno 2025, 5.078 milioni di euro per l’anno 2026, 5.780 milioni per l’anno 2027, 6.663 milioni per l’anno 2028, 7.725 milioni per l’anno 2029 e 8.898 milioni annui a decorrere dall’anno 2030». Ed una quota delle risorse incrementali «pari a 883 milioni di euro per l’anno 2028, 1.945 milioni per il 2029 e 3.117 milioni annui a decorrere dal 2030  è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali 2028-2030».

Previste anche le risorse per consentire l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (50 milioni di euro annui a decorrere dal 2025) e per l’attuazione delle misure del Piano pandemico nazionale 2025-2029 (50 milioni di euro per il 2025, 150 per il 2026 e 300 milioni annui a decorrere dal 2027).

In manovra anche l’aumento dell’indennità di Pronto soccorso e delle indennità di medici, infermieri e del trattamento economico degli specializzandi, soprattutto per le scuole di specializzazione meno “attrattive” a partire da Medicina d’urgenza e Anestesia.

Lo sciopero di medici e infermieri

Per i sindacati medici e gli infermieri, però, queste cifre sono solo «fumo negli occhi». Si prevede, spiegano, un aumento dell’indennità di specificità medica di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro.

Peraltro, «si parla di risorse legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando. Insomma in sostanza briciole che offendono l’intera categoria». 

Scenderanno in piazza e sciopereranno mercoledì 20 novembre. Lo sciopero è proclamato dai sindacati medici Anaao, Cimo e dal sindacato degli infermieri Nursing Up.

I tagli ai ministeri e alla Rai

I sacrifici a carico dei ministeri, poi, si traducono in 7,7 miliardi di tagli in tre anni, con lo sforzo maggiore a carico del Mef. Una stretta arriva anche per la Rai, che dal 2026 dovrà ridurre la spesa per personale e consulenza. Non compare invece nel testo l’annunciata conferma del taglio del canone da 90 a 70 euro. Per la Pubblica amministrazione arriva la stretta sul turn over (nel limite del 75 per cento nel 2025) mentre la scuola dovrà fare i conti con i tagli per docenti e personale Ata.

La stretta sulle detrazioni

Arriva, poi, la stretta sulle detrazioni ma solo per i redditi superiori al 75mila euro e con un meccanismo di quoziente familiare a salvaguardia dei nuclei più numerosi anche se facoltosi.  La manovra guarda alla famiglia e alla natalità a partire dal bonus nuovi nati. Previsti anche l’estensione alle autonome della detassazione per le mamme lavoratrici, ma con un tetto al reddito, e il rafforzamento del bonus nido.

Cambia il tetto di reddito oltre il quale vengono riviste le tax expenditures e sale di 25mila euro rispetto ai 50mila ipotizzati in conferenza stampa dal viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo. Il taglio peserà, in particolare, sui single con redditi alti ma anche su chi ha uno o due bambini. Sarà, infatti, solo chi ha tre figli o ne ha uno con disabilità a poter scontare spese (diverse da quelle sanitarie e dai mutui ma in questo caso solo per quest’anno) fino a 14mila euro se il reddito è tra i 75mila e i 100mila euro e fino a 8mila se è superiore ai 100mila. La spesa massima è dimezzata a 7mila e 4mila per chi non ha figli. E arriva a 9.800 per chi ha un figlio e a 11.900 per chi ne ha due.

Il bonus nuove nascite

Tra le misure in favore della famiglia debutta l’una tantum per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025: un bonus nuove nascite da mille euro per chi ha un Isee sotto i 40mila euro, con uno stanziamento di euro 330 milioni nel 2025 e 360 milioni nel 2026.

La manovra estende poi alle autonome la detassazione per le mamme lavoratrici. Potranno usufruirne, se hanno due figli fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, nel caso di tre fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. Anche qui si introduce un tetto a 40mila euro di reddito.

Il bonus nido

Si amplia e viene reso strutturale il bonus nido (sempre con soglia Isee di 40mila euro) che viene esteso a tutti e non più solo a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a dieci anni. A sostegno della misura vengono stanziati 97 milioni di euro per il 2025 e la norma diventa poi strutturale. Confermata anche l’esclusione dell’assegno unico del computo dell’Isee per la richiesta dell’agevolazione. Il congedo parentale fino al sesto anno di vita del bambino sale all’ottanta per cento della retribuzione per tre mesi.

Spingere i ragazzi a lasciare la casa dei genitori

Arriva, poi, una misura per spingere i ragazzi a lasciare la casa dei genitori e costruirsi una vita indipendente: da gennaio i figli a carico a partire da 30 anni non saranno più detraibili anche se non lavoratori: una spinta a rendersi autonomi ma anche un risparmio che – ha spiegato la premier Giorgia Meloni – il governo utilizza per finanziare il bonus sui nuovi nati. Le lavoratrici madri con quattro o più figli potranno poi accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 16 mesi.

Dedicata a te

La legge di Bilancio stanzia nuove risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità attraverso la Carta “Dedicata a te”. Visto il «permanere di condizioni di disagio sociale ed economico», si legge nella manovra, la dotazione del fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti è incrementata di 50 milioni di euro annui dal 2025. 

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