CIVITANOVA È sin troppo banale dire che il suo nome a Civitanova “brilla”. Cartechini in città, e non solo, è da decenni sinonimo di gioielleria. Il 2025 sarà, però, l’ultimo anno in cui l’insegna Matteo Cartechini campeggerà in piazza XX Settembre. L’attività è stata venduta. Si chiude così un percorso iniziato 60 anni fa dal padre a Corridonia.
Le riflessioni
«Una decisione frutto di tante riflessioni – spiega colui che nel 2003 ha aperto la gioielleria a Civitanova –. Sono stati 22 anni che mi hanno dato tantissimo ma che mi hanno anche segnato. Anni di sacrifici in cui ho subito due furti con auto che sfondano la vetrina nell’arco di due anni. E poi, due anni fa, sono venuto a sapere del piano organizzato per una rapina. Particolari che fanno rabbrividire. Mettiamoci le spese, le tasse, etc. Basta così. Andrò a cercare nuovi mercati all’estero. Chiaramente tornerò qui per una buona parte dell’anno, ci sono i miei figli, però in Italia sarò un turista». Il binomio Cartechini – gioielli è iniziato, come detto, 60 anni fa a Corridonia. «Papà ha creato un’attività che è diventata un punto di riferimento per tutta la regione – continua Matteo –. Parliamo di un paesino dell’entroterra marchigiano che nessuno prendeva in considerazione per una gioielleria di quel calibro. È diventato concessionario delle marche più prestigiose: Cartier, Pomellato, Gucci e tanti altri. Lo stesso edificio era iconico, bellissimo. Certo, erano gli anni dell’exploit economico. In questa zona la calzatura creava ricchezza. Sotto Natale nel negozio era una ressa, io da bambino cercavo di dare una mano». Poi nel 2002 un’azienda importante come Pomellato spinse per avere un punto vendita a Civitanova.
Il passo
«Era arrivato il momento del grande passo – continua Cartechini -. Io ero già diplomato perito gemmologo ed iscritto alla Camera di Commercio come esperto legale di pietre preziose. Però già nei primi anni duemila l’azienda di famiglia fece segnare un -30% di fatturato. Si sentivano già i primi cambiamenti che poi avrebbero portato alla crisi del 2008. Tuttavia ho deciso di aprire la gioielleria a Civitanova. Ho voluto che il cliente trovasse tutti i servizi, non volevo essere solo un concessionario di griffe: l’orafo che disegna i gioielli, l’orologiaio che ripara e consiglia. L’assistenza ha fatto la differenza. E il passaparola è stata la mia migliore pubblicità. Così si è creata una reputazione. Sia chiaro, se Cartechini è un nome importante in questo campo lo si deve a mio padre».
I cambiamenti
I tempi cambiano, arriva il Covid e Matteo fiuta il vento e capisce che serve un cambio di rotta. «Ho puntato sui Rolex. Con la pandemia si esce poco e c’è chi vuole gratificarsi con un auto-regalo che sia anche un investimento, un bene rifugio. Ora a Civitanova arriva la Granarelli di Senigallia. Ma sarà mantenuta la mia squadra, quel dream team con cui ho lavorato».
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