Chi entra a Villa Sciarra, da via Calandrelli, non può fare a meno di notarla. La “Casa del Vignarolo” si trova infatti subito sulla sinistra, a pochi metri dalla voliera e dall’area giochi.
La riqualificazione della villa
A differenza di altri manufatti presenti nella storica villa, la Casa del Vignarolo non è circondata dalla transenne. Non ci sono i fondi europei del programma Caput Mundi a garantire il recupero dell’edificio. Ma l’ intenzioni dell’amministrazione è comunque quella di provvedervi. Dopo anni di abbandono e degrado, inframezzate da occasionali occupazioni, la casa un tempo abitata dal custode è in cerca di riscatto. Un rilancio che potrebbe essere garantito con fondi privati.
Il restyling dopo anni di degrado
L’edificio, 230 metri quadrati su due livelli, lo scorso novembre è stato messo a bando. L’amministrazione ha previsto servano 700mila euro per ripristinarlo e per riqualificare anche l’area verde circostante, anche con la realizzazione di una nuova illuminazione, la riattivazione della fontana e la sistemazione dell’impianto idrico. Tre operatori hanno mostrato interesse nei confronti dell’operazione che consentirà, al vincitore del bando, di poter allestire un punto ristoro. In cambio, il progetto di partenariato pubblico privato, affida all’operatore l’onere di aprire e chiudere la villa storica. Potranno inoltre progettare un servizio di coworking e allestire una ludoteca.
“Con il recupero della Casa del Vignarolo a Villa Sciarra, uno dei parchi storici più belli e frequentati della città, prosegue il nostro lavoro per restituire spazi pubblici alla loro piena fruibilità anche attraverso lo strumento del project financing – ha commentato Roberto Gualtieri – è una formula molto efficace che abbiamo già adottato per la riqualificazione dell’immobile di Parco Loriedo e che verrà utilizzata anche per le Scuderie di Villa Ada”.
“Il partenariato pubblico-privato – ha aggiunto Sabrina Alfonsi, assessora all’agricoltura ed all’ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale – offre opportunità sicuramente interessanti e consente non solo la realizzazione di importanti opere di rigenerazione e valorizzazione di immobili del patrimonio pubblico come nuovi spazi di socialità ma anche di progetti della loro cura e gestione come beni comuni attraverso l’attivazione di servizi a disposizione della cittadinanza”.
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